Già, Sanremo | Nicola Ferrari
Sanremo = super awareness
Mi ha ispirato Enrico Ruggeri: in un’intervista (credo su La8) qualche tempo fa raccontava che partecipare Sanremo rappresenta(va) una scelta vincente per avere copertine e riempire più velocemente il calendario di concerti.
Il quadro però mi si è completato quando ho visto gli spot dedicati di Netflix, Amazon (Prime Video) e Spotify durante le serate del Festival. E con dedicati intendo spot fatti apposta per l’occasione.
Mi son chiesto: che c’azzecca Sanremo con questi brand? Perchè ci smenano euro utilizzabili altrove?
Vogliono farsi conoscere? Mah, non credo ne abbiano tutto questo bisogno.
Vogliono il pubblico di Rai1? Ni, in fondo in fondo il pubblico generalista del Festival non dispiace a nessuno dei 3.
Vogliono i riflettori di Sanremo come, negli USA, si cercano i riflettori del Super Bowl? Sorry se accosto Amadeus a Tom Brady. Si.
Cercano super awareness, ovvero non solo farsi conoscere dal pubblico giusto ma farsi trovare sul palcoscenico del palco più importante per dire “Hey, ciao, noi siamo qui, ti ricordi chi siamo?”. A costo anche di mostrarsi ad un target meno preciso e su misura.
La definizione è mia, quindi se hai consigli per chiamarla diversamente, con piacere. Ma dico subito che:
la super awareness costa e, se non sei già un brand riconosciuto, pensaci tante volte prima di procedere perchè rischi di sprecare risorse.
la super awareness è la ciliegina sulla torta ma si può lavorare e fare ottimi risultati anche senza. Eccome
Formazione a distanza
Esco subito un link di una newsletter che mi fornisce tonnellate di tool su vari fronti
come intro per parlare di 3 strumenti che sto utilizzando con soddisfazione per le sessioni di formazione a distanza/workshop/consulenza con aule variabili da 1-30 persone.
Wooclap: un coltellino svizzero che funziona come variante smart di G Drive
Miro: una lavagna virtuale, qui ci sto ancora prendendo la mano ma ho buone sensazioni. Ho provato varie alternative ma nulla compared to this.
Time out: non è un tool e non è uno scherzo. Nella formazione a distanza capire quanto fare un break è più importante del finale dell’episodio di una serie tv. 5 minuti di pausa al momento giusto fanno la differenza.
E intanto
Tutt* (si fa per dire) su Clubhouse e intanto the new thing sta già arrivando. Forse. Si chiama Dispo. Magari non ne sentiremo neppure parlare nei salotti buoni, pazienza. Piuttosto investirei eventuale tempo libero sul mondo cookieless che ci sta aspettando.
Grazie e whatever, take care
Nicola
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