Il problema dei 3 KPI
Ogni riferimento alla serie Netflix è ovviamente voluta ma no, non parliamo di San-Ti e di Sofoni. E no, you're not bugs.
Ho ripensato alla serie (che è prima di tutto una trilogia di libri) e soprattutto al problema fisico da cui deriva il nome leggendo un articolo dedicato al duro equilibrio tra brand building e performance marketing.
Prima di tutto, con l’aiuto di ChatGpt, definizione veloce de:
Il problema dei tre corpi è un famoso problema della fisica che cerca di descrivere il movimento di tre corpi celesti, come stelle o pianeti, che interagiscono tra loro attraverso la forza gravitazionale. Questo problema è noto per la sua complessità perché, a differenza del problema dei due corpi (dove le traiettorie dei corpi possono essere facilmente calcolate con formule precise), le interazioni tra tre corpi possono portare a comportamenti molto più imprevedibili e complessi.
L’articolo invece si intitola “‘It’s just going to be a competition of attention’: Why performance marketers are shifting their priorities to build the brand” (link).
Il tema non è sicuramente nuovo e lo potremmo sintetizzare così:
Over the past year, brands heavily focused on performance marketing, including direct-to-consumer companies, have started to retool their marketing strategies to be less reliant on Google and Meta, and explore more brand building ploys such as live events, video ads and earned media.
Parliamo per generalizzazioni naturalmente ma il concetto resta buono: la sensibilità per quello che è branding cresce tanto per necessità (sovraffollamento, rischio di essere insignificanti) quanto per scelta (costruzione di relazioni con gli utenti). Altrove l’avevo messa giù cattiva: o diventi un brand o fai la commodity. Esageravo ma forse neppure troppo.
L’articolo parla di “competition of attention” che poi è anche competition di budget: se le risorse economiche di un’azienda sono comunque limitate, dovrà pur decidere quanto investire in brand e quanto in performance. L’immagine che viene usata è il pendolo con oscillazioni da una parte all’altra, pur cercando un equilibrio, con un’immagine naif ma efficace:
“Brand marketing is like asking consumers to fall in love with you. Performance marketing is like asking consumers for a one-night stand, it’s transactional.” Ultimately, the two must work together.
Ed è qui che ho pensato al problema dei 3 corpi, ribattezzato dei 3 KPI: abbiamo il brand, abbiamo le performance e abbiamo il pubblico a cui ci vogliamo rivolgere.
Almeno uno, tanto per stare semplici.
Proprio come nel problema fisico, noi non sappiamo come i 3 KPI interagiranno esattamente tra di loro o dove porteranno o quando si allontaneranno.
Chiaramente però sappiamo (ed è già un aspetto non scontato) che questa interazione c’è e merita tutta la nostra attenzione strategica. Idem, che non possiam tralasciare nessuna di queste variabili.
Ma dobbiam rassegnarci all’imprevedibiltà totale? Ni.
Il messy middle in verità ce l’ha già detto: cuore in pace, il caos può solo aumentare.
Ma abbiamo anche un buona notizia: il problema dei 3 corpi (l’originale, diciamo) è stato parzialmente risolto attraverso modellizzazioni parziali. La stessa cosa vale anche per i 3 kpi: lavorando su forecast e periodi temporali, possiamo costruire numeriche utili e direi anche accettabilmente precise.
Proverò a disegnarlo e ad approfondirlo.
Altri link
Guardare le metriche dall’altra parte: interessante questo App Uninstall Report. Il dating ha visto sicuramente tempi migliori
YouTube /e Google/ spingono sempre più forte sulla creator economy: arrivano le Shopping Collections.
“Walmart is Amazon’s only competitor. Everyone else is too small, too niche, or not a good substitute. A bigger Walmart means a better alternative to Amazon, which means a better e-commerce market.”: scenario interessante.
Dove lasciamo le recensioni online? Via
A presto,
Nicola