Dopo una piccola pausa e un pò di link in arretrato, avevo dei brutti appunti sulle evoluzioni estemporanee della piattaforme di adv online.
Poi però è spuntato questo articolo su Airbnb e mi ha catturato: non tanto le cose che dice (in sè, vedremo, blande) ma l’aggettivo usato e i concetti portati:
”Airbnb claims its “very disciplined” approach to marketing over the past couple of years is paying off.”
Mano al dizionario
Ho controllato “disciplined” per essere sicuro di non cadere nella trappola di una facile traduzione e invece no: disciplinato, metodico, organizzato. Torna.
Quindi io felice che ad Airbnb il disciplined marketing funzioni ma prima, esattamente, cosa facevano? Anarchy marketing?
L’articolo in sè è abbastanza PR driven (d’altronde estrapola dichiarazioni ad uso degli investitori. Ho detto tutto) e non svela quindi moltissimo, segnalo come clou:
Despite having weighted its marketing spend towards brand rather than performance in recent years, Airbnb reported “very high ROIs in performance marketing” during the first quarter.
Trick or treat?
Qui apparente ossimoro, ma solo apparente: mi giochi in brand ma il ROI (performance) è molto alto. Posto che detto così è piuttosto vago MA se sei Airbnb e hai un awareness comunque radicata, probabilmente è il tuo brand l’asset di performance migliore. Per dire:
”The brand upped its sales and marketing spend to $514m (£411m) during the first quarter of 2024, from $450m last year”
E altro momentino clou:
According to Mertz, these ROI improvements have been driven by continually testing and improving execution, as well as expanding the target audiences.
“We’ve expanded our keyword coverage. We’ve made general improvements to the landing pages. And all of that has been, I would say, quite successful in terms of allowing us to spend marginally more and maintain really great efficiencies,” she explained.
CFO che parlano di landing page
Nota: Ellie Mertz è CFO di Airbnb. Un* CFO che parla di marketing non è cosa banale. Elenca “keyword coverage” > ipotizzo abbiano presidiato in search più parole chiave, anche se stride un pò coi discorsi sul brand di prima + “improvements to the landing page” > best practice mai abbastanza ascoltata.
Nulla di esoterico insomma: tanto buon senso invece e back to basics.
So what?
Una manciata di pseudo conclusioni:
- fai del sano disciplined marketing
- daje di awareness se sei un Brand; altrimenti è bello fare anche performance
- se anche con $514m di budget si concentrano su keyword coverage e improvements to the landing page: tranquill*, lo puoi fare anche tu e restare umile.
Altri link
Un bel format, lo spunto interessante per gli addetti ai lavori e no, niente: sto Meet the Agency mi sta piacendo (bravi
& StudioRipreseFirenze)I giochi su LinkedIn: capisco sia una mossa peri tenere il più possibile l’utente in piattaforma ma aspetto qualche dato per giudicarne la bontà (ad oggi mi sembrano una mossa un pò :
Con quale piattaforma TikTok Shop ha il maggiore overlap di utenti? No, non inizia per A.
Inevitabilmente AI: Perplexity al lavoro per annunci nativi all’interno delle conversazioni (un modello quasi search direi)
Walmart (uno dei miei pallini) che si apre anche ad inserzionisti non presenti sui suoi scaffali e soprattutto anche di piccola media dimensione. Negli Stati Uniti non valutarlo come piattaforma advertising è ormai un peccato.
E le piattaforme di streaming a caccia di advertising? Esagerano “With ad-supported streaming exploding, there's now a surplus of streaming impressions available for advertisers to buy”. (fonte: AdAge, a pagamento). Surplus.
Segnalazione in libreria: è uscito “Food & Wine Marketing 4.0 Reloaded”, un progetto editoriale dedicato al settore F&B con analisi e approfondimenti multidisciplinari. All’interno anche un mio contributo sul digital advertising/strategy e, spoiler, citazioni di The Bear (attendendo la terza stagione)
A presto,
Nicola