Pensieri da outlet
[Primo invio su Substack, fin qui tutto bene]
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PENSIERI DA OUTLET
Durante le vacanze, veloce tappa in un outlet (ovviamente) in posizione tattica lungo l’autostrada. Obiettivi della missione: cibo, sgranchire le gambe e un’interessante area giochi per bambin*. Anche se in out of office, i miei neuroni markettari si sono attivati e hanno iniziato a prendere appunti.
🖊️ Da qui: gli outlet funzionano perfettamente come zona sicura in cui i brand possono spingere sulla leva prezzo senza rischiare di perdere o intaccare il proprio percepito.
💰 Tradotto: puoi essere cheap senza rinunciare ad essere premium, anzi per assurdo negli outlet il brand diventa pure un pò aspirational perchè a portata di mano (anche) di un pubblico che non può/vuole permettersi il prezzo pieno.
♟️ Certo con qualche compromesso in termini di catalogo/stagione/gamma ma pazienza, è parte del gioco. Di certo la stessa pressione sullo sconto, fatta fuori dai confini sicuri di un outlet, diventerebbe complicato, forse deleterio sul lungo periodo.
Naturalmente ci sono delle eccezioni: i saldi ad esempio oppure il Black Friday o altre situazioni analoghe.
🤔 Ma il punto su cui i miei neuroni sono atterrati in quel pomeriggio di fine agosto è stato: ok, ma online? Qual è il corrispettivo dell’outlet online? Esiste?
Risposta facile: ti apri un outlet sull’Internet, ma non è per tutti i brand (quanta awareness ti serve? quanto pubblico pre fidelizzato?). E poi il gioco non per forza è sostenibile.
Sconti continuativi solo per la tua community? Uhm, crei un precedente o peggio ti cannibalizzi un pò alla volta.
O forse online bastano e avanzano gli sconti nei periodi dedicati?
O, ancor più easy, un’area dedicata dell’ecommerce “principale”?
📬 Accettasi idee o riflessioni.
ps: comunque le vacanze andate bene eh. I neuroni markettari poi si son rilassati.
ALTRI LINK
Fate spazio nei vostri media plan: Apple is coming. Ormai investire solo su Google e Meta si prospetta boring.
Link che farà più polemiche di una campagna elettorale: The Missing Element of Your Marketing Strategy: Art Direction.
L’acquisto di impulso è il goal da centrocampo all’ultimo secondo della finale. Però a volte succede, tipo così.
Se confermato, questo cambio di direzione di Instagram mi sembra ancora meno felice dei precedenti (che, come noto, non hanno particolarmente brillato) o forse è una scelta di campo più netta di quanto ci aspettassimo.
Dopo il messy middle di Google, arriva l’infinite loop di TikTok. Una variazione (o forse complicazione?) del tema con una solida certezza: le customer journey ormai sono territori adrenalinici e divertenti.
Messy Marketing sta tornando: qui per recuperare le vecchie puntate.
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