Quello che non c'è
O invece si: dei social verticali. Ma prima parliamo un pò di sondaggi e advertising.
Benvenut* nella mia newsletter dedicata a digital-marketing-strategy-e-vicinanze.
Se qlcn* te l’ha condivisa: ringrazial* per me e poi (se ti va) iscriviti qui:
“When Estée Lauder’s reach on Instagram started to slow across EMEA, its marketers turned to TikTok. “ mi ricorda “Mi sono innamorato di te perchè non avevo niente da fare” ma è l’incipit di questo pezzo che argomenta come il brand abbia “dovuto” spostarsi da Meta causa saturazione.
Posto che: la saturazione non è un problema di tutti gli inserzionisti AND si potrebbe comunque ragionare sulle cause della stessa, suona chiaro che questo spostamento è ormai così cool e logico che lo vedremo ripetersi ancora, ancora e ancora.
A volte anche più per moda che non per consapevolezza strategica.
Qualcosa di non troppo lontano dall’approccio spray and pray che ho scoperto grazie al sempre ineffabile Marketoonist
Nel frattempo, avevo fatto questa domanda su LinkedIn ispirata dall’analogo sondaggio fatto da Morning Brew. Senza pretese di scientificità e aggiungendo anche Google, l’esito ha premiato proprio Big G (ma notasi cmnq TikTok “primo” tra i social o presunti tali). Bias della mia rete troppo markettara? Bias di pragmaticità? Chissà.
Senza però tornare troppo sugli argomenti dell’ultima newsletter (questa), lo snodo che ritengo davvero più concreto e interessante per i social media sa un pò di ritorno al passato (DallE mi aiuta a visualizzarlo così:)
Vertical social networks (d’ora in poi VSN): c’è questo bel pezzo su Buffer.
Nulla di nuovo (per chi si ricorda i forum di una volta, che in realtà esistono ancora) e nulla di disruptive (tanto per citare Facebook o LinkedIn hanno già gruppi verticali al loro interno) ma qualcosa di cui è tornato (forse) spazio e bisogno.
De facto: ci piacevano social in cui interessi, entertainment e affaracci altrui si mescolavano, ora sembra piacere di più TikTok che di social ha pochissimo e affaracci altrui ancora meno. Tanto entertainment (qlcn* dice tipo Zelig) e poca interazione 1to1.
E dove interagiamo allora? Dove non abbiamo mai smesso di farlo: piattaforme verticali per community precise. Scorrete l’articolo che ho linkato: si parla di Strava, Goodreads, Letterboxd, .. Nessuna novità degli ultimi mesi.
I VSN sono qlcs di vecchio (aggettivo che però non vuole sminuirne la qualità) che ora sta rialzando il volume, forse perchè il rumore circostante (aka i social generalisti) stanno perdendo grip. Non mi aspetto che queste community esplodano quantitativamente ma piuttosto che migliorino i dati di retention e conversazioni.
Brand e inserzionisti dovrebbero seguire con attenzione o, se propositivi, spingere per creare situazioni simili. Esattamente come si faceva quindici anni fa mutatis mutandis nell’Internet abitato da blog, forum e altri animali fantastici.
Chiudo il cerchio: Facebook potrebbe virare un pò sui Gruppi e cavalcare l’onda? Non so ma in realtà qualcosa sta succedendo. Too late?
UNA MANCIATA DI LINK
YouTube che spiega come fare podcast
.. e 20 suggerimenti brillanti per podcaster
Shopify che prova a fare il Google dell’ecommerce
Lettura lunga ma super consigliata: The Ultimate Productivity System for Knowledge Workers: 2023 Edition. Mi ha spinto a rivedere il mio modo di organizzare idee, link e appunti. Ne riparleremo e (coincidenza o meno)
.. Evernote, la mia app di riferimento per organizzare cose, acquistata da Bending Spoons. Nice move: seguo con interesse.
Google Ads che ti premia se accetti le raccomandazioni automatiche, come lo leggiamo? Creare “fiducia” nell’algoritmo sovvenzionando i?
Soprattutto nei confronti di spender piccoli o inconstanti (100$ non sono billions e non spostano certo gli inserzionisti più strutturati).[Ehi, sono arrivato alla fine senza aver parlato di Black Friday 😅]
About me:
Digital marketing strategist piuttosto umanista.
Ho scritto una tesi sui blog e una sulle GIF.
Sono docente presso IUSVE, CUOA e altri contesti formativi.
Faccio domande e chiedo cose di marketing in un podcast: Messy Marketing.
Per tutto il resto c’è LinkedIn.
Qui una selezione delle mie fonti digital preferite.
Per domande o anche un ciao, scrivimi.