Tuttologicamente parlando
Contiene qualche argomento buono per un pranzo di Natale generalista
Ok, questa newsletter sta diventando un bimestrale ma cerchiamo di farla tornare su tempistiche un pò più fresh. Niente buoni propositi ma buoni tentativi e tanta AI ad aiutarmi.
Grazie per la pazienza.
Lotto spesso contro l’inbox e le troppe newsletter (non sono un fanatico dell’inbox zero e neppure un tipo molto ordinato, ma diciamo che sopra le 100 email inizia a prudermi il pollice) e, per evitare, o salvo i link su Raindrop (lo uso da quest’anno con buona soddisfazione) oppure lascio le email in fondo alla casella in attesa del momento per usarle o capire dove metterle.
Tra quelle lasciate a riposare ce n’è una di
(consiglio l’iscrizione) che tocca un paio di corde molto armoniche per me:In sintesi: il rapporto tra tuttologia e specializzazione ai tempi dell’AI.
Giustamente “tuttologo” ha una denotazione negativa, il termine forse più neutro sarebbe generalista, ma anche qui vedo sfumature miste. Troveremo un termine migliore magari, ma teniamolo lì per il momento.
Mi sento sicuramente un generalista e mi descrivo come una figura cross (che forse è più polite ma sempre bruttino e forse asettico) tra varie verticalità con vari livelli di competenze. Questa cosa in certi contesti mi è tornata addosso come un problema (fino alla richiesta di scegliere in cosa specializzarmi. Richiesta non esaudita), in altri è stata vista come un super potere. Ovviamente, non è nè una nè l’altra, credo sia solo il match che ho trovato tra quello che piace fare a me e quello che piace ricevere al mercato (inteso come clienti/agenzie/fornitori). L’equilibrio nella Forza.
Con l’avvento in massa dell’AI, lo scenario è rimasto intatto ma forse sta prendendo pieghe ulteriori.
E qui cito appunto Matteo Roversi:
Il nuovo generalista
Dall’altro lato però la nuova organizzazione del lavoro avrà bisogno di persone in grado di sintetizzare e unificare le competenze specialistiche.
Non i tuttologi che credono di sapere tutto, ma persone che hanno competenze più ampie e un’attitudine generalista. Persone curiose e dinamiche, che amano passare da un ambito all’altro. La loro passione è capire le cose, specialmente in campi nuovi e incerti. Sanno risolvere i problemi che mettono in difficoltà gli specialisti, perché riescono a mettere insieme pezzi di conoscenza provenienti da ambiti diversi..
Probabilmente è qui che stiamo andando e per quanto posso dire che la cosa mi piaccia e molto (in fondo son qui a parlarne), dall’altra penso (e lo vedo sia in azienda sia in aula) che un generalismo “sano” sia qualcosa da coltivare come skill, a prescindere dalla specializzazione e dai gusti di ciascun*. E richiede (oltre alla necessaria inclinazione, come in quasi tutto nella vita) anche il giusto tempo e il giusto rodaggio sul campo.
Oppure, giriamo la prospettiva, imparare ad usare l’AI richiede un mindset (Maicol Pirozzi docet) più generalista che specialista per apprezzarne al meglio le potenzialità e renderla più efficace. Forse eh.
Ho accarezzato senza volerlo l’argomento nel mio speech al Search Marketing Connect in cui ho dato 4 anime e, soprattutto, scopi all’AI per un* marketer, questi:
E tra i 4 ho espresso la mia preferenza per la modalità Tars: l’AI che diventa “partner in crime” nel migliorare ed espandere i tuoi ragionamenti, trovare falle o punti deboli, aprire pensieri divergenti.
Generalista appunto.
Che ne pensi?
ps: se vuoi qualche riga o tool di quelli che ho raccontato nello speech di cui sopra, scrivimi.
Link
Amazon che spinge forte sui creator dice abbastanza sul binomio ormai inestricabile tra ecommerce e creator economy: certo TikTok e YouTube ci sono arrivati prima da posizioni diverse ma Amazon ha numeri e inventari da giocare. E anche Walmart comunque non si tira indietro, a colpi di podcast. Non riesco ormai a pensare una strategia DTC senza un’opzione creator. E forse anche nel B2B.
E poi YouTube che guarda un pò ai social, ma ai social social di una volta (e, ancora più indietro, ai forum e forse a Reddit, highlander del settore): le YT communities. A Google forse vanno e andranno male un pò di cose ma YouTube resterà un’isola felice di utenti e ricavi
FOMO di trend e previsioni per il 2025? Qui una sbornia di report (via
) da far leggere e digerire all’AI. Anzi, lo faccio subito.Avete l’idea di business definitiva? Prima passate da qua. Giochino utile.
Tra i tool AI più variegati che sto usando menzioni speciale a Napkin. Facile, veloce e salvaslide.
Elenco parziale degli argomenti delle newsletter che dovevo scrivere:
Nike: Andrea, prometto arriva
L’over acquisition dei brand: mi sembrava troppo pesante prima di Natale
Non sai più a chi attribuire cosa: forse anche peggio
B2B: che penso resterà lì a macerare
Arriveranno con l’anno nuovo.
A voi e famiglia ma soprattutto a presto (e non tra 2 mesi)
Nicola